Come può un toscano non eletto in Sicilia cambiare lo Statuto? Intervenga l’Ars

22 aprile 2016

Signore e signori, il proconsole Baccei sta davvero esagerando. Trattative in solitaria, come se avesse ricevuto un mandato popolare. Urge un intervento dell’Ars, così come chiede Roberto Di Mauro per fermare questo tentativo di golpe istituzionale. Richiesta simile era arrivata da Sergio Tancredi (M5S)

Che direste se vi raccontassimo che uno straniero non eletto in Italia, ma semplicemente amico di qualche potente, volesse mettere mani sulla nostra Costituzione? La cosa, siamo certi, susciterebbe come minimo indignazione. Così come dovrebbe suscitarla la notizia secondo cui Alessandro Baccei, l’assessore regionale all’Economia, non eletto dai Siciliani (e manco dagli italiani) e pure toscano (è stato inviato qui dal Governo Renzi per fare digerire ai siciliani l’austerity alla greca) sarebbe intenzionato a mettere le mani sul nostro Statuto. Che, lo ricordiamo, è la nostra Costituzione ed ha valenza costituzionale in quanto parte della Costituzione italiana.

Ci sembra davvero troppo. Si vuole cambiare lo Statuto perché è sempre meglio che applicarlo? Si vuole cambiare lo Statuto così la Corte dei Conti siciliana la smetterà di dire che lo Stato continua a trattenere soldi che spetterebbero alla Sicilia? Qualunque sia la motivazione, a farlo dovrebbero essere non solo i Siciliani, ma i Siciliani eletti dai Siciliani.

La misura è davvero colma e prima ci renderemo conto del tentato golpe in corso e meglio sarà per tutti. L’Ars, qualche giorno fa, ha dimostrato di avere ancora un briciolo di dignità approvando la mozione con cui si chiede al Governo regionale di rivedere il famigerato accordo con lo Stato, firmato in gran segreto da Crocetta, con cui la Sicilia rinuncia a svariati miliardi di euro, nonostante la nostra regione sia in ginocchio. Una presa di posizione che, anche se tardiva, fa sperare che adesso si spinga oltre con una battaglia che miri a fermare il proconsole toscano Baccei dal mettere mani su quello che è il patrimonio costituzionale dei Siciliani. Va da sé che nessuno può fare affidamento su Crocetta che risponde al Pd nazionale, non ai Siciliani (come peraltro ha indirettamente ammesso, come potete leggere qui).

Intanto, a prendere posizione è Roberto Di Mauro (Mpa-Pds, firmatari della mozione di cui sopra): “Il voto di mercoledì a Sala d’Ercole impone al Governo regionale di adeperarsi perché lo Stato restituisca quei 5 miliardi di euro di cui il popolo siciliano è stato privato a causa dello scellerato accordo approvato dal Presidente Crocetta nel 2014 senza alcun coinvolgimento né della Giunta né tantomeno dell’ARS- dice a proposito della mozione approvata.

Quindi aggiunge:
“Leggo però oggi sulla stampa di solitarie trattative e possibili accordi sulla modifica dello Statuto regionale da parte dell’Assessore Baccei. Altro che rispetto del voto dell’ARS! A questo punto chiedo formalmente al Presidente Ardizzone di convocare con estrema urgenza l’Aula perché siano pubblicamente e formalmente discusso ed approfondito il contenuto, mantenendo quel giusto rapporto di dialogo con il Parlamento avviato con l’approvazione dell’odg n. 413 del 21 ottobre 2010. Chiedo inoltre che sia urgentemente convocato in Commissione Bilancio il Presidente della Commissione Paritetica Stato-Regione per porre fine alle gravi e clamorose violazioni istituzionali e procedurali che il Governo regionale sta compiendo nello svilire e depotenziare lo Statuto della regione siciliana e il ruolo del Parlamento”.

Una richiesta simile era arrivata anche da Sergio Tancredi (M5S): “Ho chiesto al presidente della commissione Statuto, Nino D’Asero. di convocare i componenti della commissione Paritetica per ascoltare cosa hanno elaborato negli ultimi due anni- dice il deputato del Movimento 5 Stelle. Che aggiunge: “Mi fa piacere che anche il collega Di Mauro faccia la stessa richiesta presso la Commissione Bilancio”.

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