Mariella Maggio contro le trivelle: cosa ci fa ancora nel PD?

4 aprile 2016

Non è la prima volta che Mariella Maggio, ex sindacalista della Cgil, attualmente parlamentare regionale del PD e presidente della Commissione Ambiente e Territorio dell’Ars, si distingue dal suo partito. Assumendo posizioni che, indubbiamente, le fanno onore. Ma che stridono con la sua appartenenza ad un partito di servi: dal Muos al petrolio…

Lo ha fatto col Muos di Niscemi, rompendo il vergognoso silenzio di quel PD  che farebbe rivoltare nella tomba Pio La Torre (citato, a sproposito, dal segretario regionale di questo partito che con le sue parole non corrispondenti ai fatti ne ha offeso la memoria) e lo fa, ancora oggi, parlando del referendum del 17 Aprile:

“La possibilità di proseguire con le attività estrattive nelle acque territoriali italiane, e cioè entro 12 miglia dalla costa, non risolverà il problema dell’ indipendenza energetica dell’Italia dall’estero, mette a rischio la flora e la fauna marina, causando danni irreversibili all’ecosistema e non produce benefici economici dato che, per trivellare i mari italiani, le compagnie petrolifere pagano le royalties più basse al mondo” dice la Maggio, che domani parteciperà a un incontro a Palazzo dei Normanni con il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Piero Lacorazza sulle ragioni per cui il prossimo 17 aprile è necessario recarsi alle urne e votare SI al referendum sulle trivelle.
Per Maggio, dunque, ostinarsi a portare avanti un sistema di approvvigionamento energetico basato su fonti fossili “equivale solo a rinviare ogni ragionamento sui nuovi modelli di sviluppo, mette in pericolo le coste, la fauna, il turismo, la pesca sostenibile e le attività economiche ad esse connesse nell’Isola. Altri Paesi hanno già colto – sottolinea la deputata dem- i vantaggi di un modello di sviluppo alternativo, basato su fonti energetiche rinnovabili, a impatto zero e raggiunto già l’autosufficienza energetica, creando anche nuova occupazione. Votare Si equivale a proiettare l’Italia nel futuro, aprendo nuovi scenari e superando quel modello economico che oggi produce solo desertificazione industriale.

“Siamo al lavoro – continua la presidente della Commissione Ambiente dell’Ars Maggio- per organizzare una grande iniziativa nel palermitano, sulle ragioni per cui è importante il 17 aprile recarsi alle urne e votare Si, ma anche per avviare un ragionamento sulle opportunità di un nuovo modello di sviluppo ecosostenibile anche in Sicilia. Il referendum – conclude – è uno strumento di democrazia diretta, che chiama i cittadini a pronunciarsi su quale futuro vogliono consegnare ai loro territori e alle nuove generazioni”.  All’iniziativa in programma il prossimo 14 aprile sarà presente anche il leader della sinistra del Pd, Roberto Speranza.

A questo punto una domanda nasce spontanea. Rivolta alla Maggio, ma anche al leader della corrente cui fa evidentemente riferimento: cosa ci state a fare ancora nel PD?

Un partito che si è schierato a favore del Muos, un partito che ha votato contro il referendum promosso da nove regioni per fermare le trivelle, un partito che rimane indifferente agli scippi perpetrati dal Governo nazionale in danno della Sicilia, un partito che, come rivelano gli ultimi scandali che hanno travolto la ministra Guidi, si conferma più vicino ai petrolieri che ai territori.

E’ il vostro? Dalle dichiarazioni che rilasciate, sembra di no. Come sembra improbabile che possa ricandidarvi. E, allora, che ci fate ancora lì?

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