Bilancio 2016: la Regione regala allo Stato tutti i crediti che vanta da decenni?

24 febbraio 2016

A sostenerlo sono gli indipendentisti di Sicilia Nazione. Se la cosa dovesse rispondere al vero sarebbe l’ennesimo scippo che il governo Renzi, tramite l’assessore-commissario, Alessandro Baccei, starebbe perpetrando ai danni di 5 milioni di Siciliani. Come mai tacciono tutti gli esponenti politici, di maggioranza e di opposizione? L’ultima trovata del governo Crocetta: erogare ai Comuni i fondi PAC che dovrebbero servire per le infrastrutture. Fondi europei per altre spese correnti. Così abbiamo la certezza che il gap infrastrutturale della Sicilia verso il resto del Paese non verrà mai colmato. Il papocchio delle royalties petrolifere e la ‘bacarata’ di Dipasquale su Ragusa Ibla

Cosa stanno combinando i 90 ‘califfi’ dell’Assemblea regionale siciliana? Danni, seri danni, a quanto pare. Ieri hanno approvato un Bilancio a legislazione vigente 2016 – per il quale manca ancora il voto finale – che, stando a quanto denunciato da Sicilia nazione, azzera tutti i debiti pregressi dello Stato verso la Regione. Se le cose stanno veramente così, si tratterebbe dell’ennesimo colpo gobbo che il governo Renzi e il PD – a dir la verità con la connivenza di tutte le altre forze politiche – starebbero assestando alla Sicilia. Il protagonista di questo ennesimo scippo – dando per buone le tesi di Sicilia Nazione – è sempre lui, l’assessore-commissario all’Economia, Alessandro Baccei, l’uomo spedito in Sicilia per smantellare lo Statuto autonomistico della nostra Isola.

A Baccei noi siciliani dobbiamo essere ‘grati’ per aver azzerato dal Bilancio regionale 2015 circa 10 miliardi di Euro. Non contento di questo, avrebbe ‘ammannito’ una manovra di Bilancio 2016 che – come ha denunciato ieri sera Sicilia Nazione (lo potete leggere qui) – azzera tutti i soldi che lo Stato in tanti anni ha rubato alla nostra Regione.

Ma questa volta il problema non sarebbe il solo presidente Rosario Crocetta – che ieri è tornato a farsi vedere all’Ars – ma di tutte le forze politiche presenti all’Ars, di maggioranza e di opposizione. Nessuno, guarda caso, si sarebbe accorto di questo scippo: nemmeno, per esempio, il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, che il Bilancio della Regione lo conosce bene. E nemmeno il parlamentare Nello Musumeci. E nemmeno i grillini. Tutti distratti?

Tra l’altro, non si tratta di soldi che lo Stato avrebbe dovuto versare alla Regione in tempi stretti: si tratta di debiti vecchi che la Sicilia avrebbe potuto rivendicare nel futuro. Ed è proprio questo l’aspetto assurdo di questa vicenda:

perché un intero Parlamento tace su un fatto così grave?

Sulla vicenda contiamo di sentire, nelle prossime ore, qualche protagonista. Intanto diamo qualche dato sul Bilancio 2016.

Lo stanziamento previsto per quest’anno è pari a 12 miliardi e 746 milioni. All’appello mancano 550 milioni di Euro che lo Stato non ha ancora versato (e che erogherà solo dopo che l’Ars avrà tagliato dalla manovra di quest’anno altri 500 milioni di Euro).

Lo scenario del Bilancio regionale 2016 a legislazione vigente – a parte l’azzeramento dei debiti dello Stato verso la Regione, fatto gravissimo, lo ribadiamo, se dovesse rispondere al vero – è chiaro. Confusa è la parte della manovra che noi per comodità chiamiamo ancora Finanziaria (oggi si parla di legge di stabilità e non più di Bilancio e Finanziaria). Questa è la parte aleatoria della manovra, dal momento che ci sono capitoli ridotti e capitoli azzerati o coperti con somme che lo Stato non ha ancora erogato.

Per i Comuni, ad esempio, gli stanziamenti sono teorici. Si prevede una spesa di 522 milioni di Euro, anche se solo 340 sono destinati a spese ordinarie di funzionamento (soprattutto stipendi e servizi). Se parliamo di stanziamento teorico è perché la Regione non ha ancora finito di erogare ai Comuni i fondi del 2015 per le spese correnti.

C’è, poi, il problema delle spese in conto capitale. Si tratta dei fondi con i quali i Comuni debbono pagare le rate dei mutui. Il governo ha deciso di utilizzare 145 milioni di Euro dei Fondi PAC: 115 milioni di Euro per i Comuni e 30 milioni di Euro per le ex Province. Un rimedio che è peggiore del male. Vediamo il perché.

I fondi PAC sono fondi per le Regioni del Sud che debbono essere utilizzati per nuovi investimenti, cioè per nuove infrastrutture. Invece il governo Crocetta sta utilizzando fondi già nostri al posto dei soldi che il governo nazionale ha ‘rapinato’ alla Regione.

Due danni in un solo colpo: paghiamo con i nostri soldi lo scippo romano e utilizziamo questi fondi – che ribadiamo, dovrebbero servire per consentire ai Comuni di effettuare nuovi investimenti – per pagare vecchi mutui.

Per le ex Province, poi, questi 30 milioni serviranno a poco. Andranno a sommarsi ai circa 20 milioni di Euro già stanziati, sapendo benissimo che per pagare i soli stipendi ai circa 6 mila e 500 dipendenti delle nove ex Province servirebbero 180 milioni di Euro.

Il tutto, lo ribadiamo ancora una volta, per pagare stipendi con i soldi che dovrebbero servire per riparare le strade provinciali e per occuparsi dei plessi scolastici. Il tutto mentre il 70% delle RC auto è stato incamerato dal governo Renzi non si capisce bene a che titolo (con le RC auto, lo ricordiamo, si finanziavano le ex Province siciliane).

Di fatto, governo e Ars stanno solo rinviando di un paio di mesi il default delle nove ex Province siciliane, nella speranza che, da qui a qualche mese, si trovino altri soldi per pagare gli stipendi a questi dipendenti (utilizzeranno, con molta probabilità, i fondi europei che dovrebbero essere destinati agli investimenti).

Per pagare il proprio personale la Regione siciliana, nel 2016, spenderà oltre un miliardo e 338 milioni di Euro (nella somma è compreso anche lo stanziamento per le pensioni). Per i forestali lo stanziamento è pari a 145 milioni di Euro, con l’impegno di arraffare altri soldi dai fondi europei, che ormai sono considerati la riserva ‘istituzionale’ per fronteggiare i soldi per la spesa corrente che il governo Renzi scippa alla Sicilia.

Una ventina di milioni di Euro dovrebbe essere utilizzata per le istituzioni culturali (l’Orchestra sinfonica siciliana e i Teatri), con l’impegno di reperire altre risorse nella Finanziaria. I Parchi regionali avranno a disposizione 4,9 milioni per i dipendenti e 13,9 per il funzionamento. Per i precari dei Consorzi di bonifica vengono stanziati 10 milioni. Per gli ex Pip di Palermo sono stati stanziati 30 milioni di Euro (per questi lavoratori non sono mancate le polemiche, perché è stata ‘bocciata’ una norma che avrebbe tolto l’indennità a chi può contare su un reddito cumulativo di almeno 20 mila Euro: ormai all’Ars ci si attacca anche alle miserie).

All’Arpa (l’Agenzia regionale che si occupa dell’ambiente) vanno 2,9 milioni di Euro; all’Esa – che da almeno un decennio dovrebbe essere sbaraccata –  vanno12,9 milioni di Euro. Al Ciapi, supponiamo di Priolo, vanno 2,3 milioni di Euro. Alla Sas, la società della Regione che si occupa di servizi interni, vanno 44 milioni di Euro. Alla Resais – retaggio degli enti economici regionali degli anni ’60 del secolo passato (EMS, ESPI e AZASI) posti in liquidazione nel lontano 1999 – vanno 23,7 milioni di Euro (con altre centinaia di migliaia di Euro per una liquidazione infinita: ma quando si farà chiarezza su questa incredibile storia?).

Ancora: per le attività di scuole e università sono stati stanziati 44,2 milioni di Euro. Mentre 35 milioni di Euro vanno alle comunità alloggio.

Si rivedono i cantieri lavoro, un tempo chiamatoi cantieri scuola: in pratica assistenzialismo. Sui soldi da ‘bruciare’ in iniziative che non servono a nulla segnaliamo la polemica sollevata dal parlamentare del PD, Gianfranco Vullo, nei riguardi dell’assessore alla Famiglia, Gianluca Miccichè. Tema: la spesa di 4 milioni di Euro da utilizzare, pare, in modo discrezionale.

“Il governo regionale aveva stanziato 4 milioni di Euro per finalità varie nel modo più vago e generico possibile – ha detto Valentina Zafarana (Movimento 5 Stelle) -. Grazie a un mio emendamento questi soldi saranno vincolati a finalità di servizio per i disabili siciliani, compreso il trasporto per garantire loro la frequentazione di asili nido, scuole, centri educativi-riabilitativi a carattere ambulatoriale e diurno. Nessuno deve rimanere indietro”.

Via libera anche al trasferimento della gestione del Palacongressi di Agrigento al Parco archeologico Valle dei Templi (con tutta la buona volontà del caso non riusciamo a capire il nesso tra un Parco archeologico e un centro congressi costato un sacco di soldi e mai economicamente attivo). Istituito anche un Fondo per il dissesto idrogeologico.

Il gruppo parlamentare dei grillini annuncia una battaglia sul’articolo 8 della Finanziaria (disposizione in materia di autonomie locali) che non a caso è stato accantonato in vista di una riscrittura. “Il M5S – si legge in un comunicato – in questo articolo vede numerose criticità e zone nebulose che tiene a chiarire. Intanto annuncia un ordine del giorno sui lavoratori non stabilizzati che mira a chiamare in causa il governo nazionale”.

Il cosiddetto ‘emendamento Capodicasa’ relativo al personale precario degli enti locali in dissesto finanziario, approvato nella legge di stabilità 2016 nazionale – affermano i deputati del Movimento 5 Stelle – ha in realtà ha creato un problema non indifferente ai Comuni già in difficoltà. Infatti, prevedendo la copertura ‘integrale’ degli oneri da parte della Regione, ha di fatto tolto la possibilità agli Enti Locali di contribuire a coprire la spesa con proprie risorse e la conferma ci è stata data dal dipartimento finanza locale del Ministero dell’Interno. Quindi, se la Regione non coprirà integralmente gli oneri, i Comuni saranno costretti a ridurre le ore al personale e, considerato che nei casi di Augusta e Bagheria non vi è personale in esubero, questo porterebbe un danno non solo al personale, ma anche al buon funzionamento degli uffici”.

Per porre rimedio a questa situazione il M5S ha presentato emendamenti e depositerà un ordine del giorno che impegna il governo ad interloquire con il Ministero competente al fine di chiarire l’interpretazione dell’articolo 1 della legge di stabilità 2016 e a permettere ai Comuni dissestati di contribuire con risorse proprie alla copertura dei costi per i precari.

Questione royalties. Si tratta dell’emendamento presentato dal parlamentare, nello Dipasquale, già sindaco di Forza Italia a Ragusa e oggi deputato regionale del PD. Tema: le royalties petrolifere che spettano al Comune di Ragusa che Dipasquale vorrebbe distribuire agli altri Comuni iblei. E’ un emendamento che ha il solo scopo di creare difficoltà al Comune di Ragusa, oggi amministrato dai grillini. 

“L’emendamento di Dipasquale – sottolineano i parlamentari – è un pasticcio. Pur comprendendo il principio solidaristico nei confronti dei Comuni vicini al territorio in cui ricadono i pozzi, di fatto, nella foga del maldestro tentativo di recare un danno al Comune di Ragusa, il risultato sarà un danno per tutti. Per come è stato formulato e approvato, infatti, l’emendamento, porterà all’applicazione della norma, che prevede che il trenta per cento delle royalties spettanti ai Comuni in cui risiede il giacimento siano destinate anche a tutti i Comuni limitrofi,  anche a quelli che per le royalties prendono pochi spiccioli”.

Abbiamo richiesto ed ottenuto dalla Regione – afferma la deputata Claudia La Rocca – la simulazione degli effetti economici della norma, così come approvata: di fatto, un Comune come Mazzarino, su circa 100 mila euro di royalties, si ritroverà a ridistribuire poco più di 30 mila euro ai Comuni limitrofi. E questo perché la suddetta norma dovrebbe applicarsi nei casi in cui  ‘il valore ottenuto dalle produzioni inerenti la concessione di coltivazione è superiore a15.000 migliaia di euro’;  non si parla di royalties, ma di valore delle produzioni, cosa che di fatto rischia di far estendere la norma a tutti i Comuni coinvolti nelle concessioni”.

Altro pasticcio – conclude la Rocca – riguarda i 5 milioni di Euro vincolati per la legge regionale che finanzia Ragusa Ibla. Infatti, dal punto di vista formale, per come è stato redatto il testo, risulta alquanto singolare che si possa finanziare una legge regionale da un capitolo di bilancio comunale”.

 

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