Da Quarto a Catania (e non più a Volturno): i grillini chiedono le dimissioni del sindaco Enzo Bianco

15 gennaio 2016

Le accusa sarebbero legate a un presunto legame dell’Amministrazione comunale etnea con personaggi coinvolti, direttamente e indirettamente, in vicende più o meno riconducibili a ‘mafia & mafioserie’. Più che a fatti concreti, quella in atto sembra l’inizio di una guerra mediatica dei grillini contro il PD dopo i fatti di Quarto. Scende in campo anche Beppe Grillo: “Bianco? E’ bollito”

La ‘guerra mediatica’ scatenata dal PD e da Forza Italia contro il Movimento 5 Stelle a Quarto, in Campania, ha innescato una reazione dei grillini, che sono passati al contrattacco. E’ probabile che, in queste ore, i seguaci di Beppe Grillo stiano vagliando tanti scenari dove il Partito Democratico e i berlusconiani hanno le mani in pasta con ambienti non esattamente raccomandabili.

Un ‘antipasto’, mettiamola così, di quello che potrebbe succedere nelle prossime settimane lo offre Catania, dove sotto accusa è finito il sindaco, Enzo Bianco, del PD.

“Il sindaco di Catania Bianco si dimetta – scrivono i grillini in un comunicato stampa -. E’ emerso che 3 consiglieri, di cui 2 di maggioranza, la consigliera comunale, Erika Marco (Il Megafono-Crocetta), ed il Presidente di Circoscrizione, Lorenzo Leone (Coalizione centrosinistra -Lista articolo 4), hanno legami con persone legate alla mafia”.

A dar manforte ai suoi in Sicilia è lo stesso Beppe Grillo che, dal suo blog, lancia l’affondo: “Enzo Bianco ha fatto il suo tempo: è bollito, il Consiglio comunale è a serio rischio di infiltrazioni mafiose e i catanesi hanno bisogno di un’amministrazione attenta, reattiva e senza macchie”.  

Il comunicato dei grillini arriva dopo l’audizione odierna del sindaco del capoluogo etneo, Bianco, presso la commissione nazionale Antimafia. “La richiesta di dimissioni è stata avanzata nella stessa commissione”, dice il parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle eletto in Sicilia, Riccardo Nuti, componente della commissione Antimafia. Alla richiesta di dimissioni si associano i parlamentari catanesi di Camera, Senato ed Ars.

“Ecco i fatti – si legge sempre nel comunicato dei grillini -. Per Erika Marco, citando gli atti della relazione della commissione regionale Antimafia (si tratta della commissione Antimafia di Sala d’Ercole, presieduta da Nello Musumeci ndr) vi sono legami tra la stessa consigliera e Rosario Pantellario, fratello di Giovanni, condannato per il 416-bis e oggi collaboratore di giustizia. Inoltre il padre, che è condannato per gravi reati, avrebbe vinto un appalto al Comune, ma la prefettura ha annullato il nulla-osta antimafia dopo richiesta di chiarimento della Commissione”.

Lorenzo Leone, presidente della VI Circoscrizione di Catania – prosegue il comunicato dei grillini – è invece fratello di Gaetano, che ha a suo carico numerosissimi precedenti penali, tra cui anche estorsione, 416 bis per associazione mafiosa con il Clan Santapaola”.

“Il clan Santapaola tra l’altro – aggiungono i parlamentari M5S, citando gli atti della commissione d’inchiesta del Parlamento siciliano – opera in zone rientranti nella VI Circoscrizione, quella di Lorenzo Leone. All’opposizione troviamo invece Riccardo Pellegrino, consigliere di Forza Italia, fratello di Gaetano Pellegrino, indagato per 416 bis-associazione mafiosa. La commissione paventava il rischio di scambio elettorale politico mafioso (boss Mazzei Santo), visto il gran numero di voti ottenuti da Pellegrino in un quartiere di San Cristoforo, noto per altissima densità criminale”.

“Alle nostre richieste di dimissioni .- spiegano i parlamentari M5S – il sindaco di Catania del PD ha preferito non rispondere in quanto si è dichiarato ignaro, nonostante le vicende siano note da un anno”.

“Chicca finale del sindaco Bianco – conclude il comunicato dei grillini – la sua negazione della conoscenza dell’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa a carico dell’editore Mario Ciancio, nonostante questa sia di pubblico dominio da anni. Della serie, l’ignaro Scajola in confronto era James Bond…”.

Per completezza d’informazione,m va detto che Mario Ciancio, editore del quotidiano La Sicilia di Catania, è stato sì sotto inchiesta per mafia, ma è stato prosciolto perché il fatto non costituisce reato, come hanno precisato i magistrati.

P.S.

Detto questo, non possiamo che constatare l’inizio di una ‘guerra mediatica’ dei grillini in risposta agli attacchi di PD e Forza Italia sulla vicenda di Rosa Capuozzo, la sindaca di Quarto, in Campania, che peraltro è stata espulsa dal Movimento 5 Stelle.

In effetti, sentire in Tv e leggere sui giornali esponenti del PD e, soprattutto, di Forza Italia che fanno la morale su legalità amministrativa, ‘trasparenza’ e antimafia è un po’ comico…

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