Natale in casa per Giovanni Brusca, l’assassino del piccolo Di Matteo. Ma è normale?

14 gennaio 2016

Un’amarissima coincidenza ha sconvolto la coscienza  di tanti di noi: l’assassino di un bambino mandato a casa a passare il Natale in famiglia. Forse è arrivato il momento di costruire, con i nostri voti consapevoli, un Parlamento che non abbia paura di lasciare in galera un assassino, per nessun motivo

Giovanni Brusca, l’assassino del piccolo Giuseppe Di Matteo, ha passato il Natale in famiglia. Pochi giorni dopo si è ricordato l’anniversario della uccisione proprio per mano dello stesso Brusca del piccolo. Tutti ci siamo interrogati sgomenti: come è stato possibile?  E’ mai possibile che lo Stato, lo Stato etico, lo Stato che esiste per il benessere dei cittadini, possa autorizzare una simile atrocità, possa concepire e promulgare leggi che consentano simili barbarie? E, ancora, può spingersi il “favor” nei confronti del reo fino a questo punto? E perché?

Io un’idea ce l’ho e l’ho già espressa sul blog in un’altra circostanza, certo meno sconvolgente di questa, ma abbastanza significativa. La ricordo qui. Un  professionista era stato condannato con sentenza passata in giudicato per  bancarotta fraudolenta a 6 anni di reclusione. Ma, dopo appena qualche  mese,  ha lasciato il  carcere ed è stato affidato ai servizi  sociali. Il tutto mentre è probabile che i suoi creditori si stiano sbattendo la testa, e chi sa per quanto tempo ancora la sbatteranno, per recuperare almeno in parte i soldi perduti nella bancarotta organizzata da quel signore. Anche questo, ovviamente, in applicazione di una legge.

In quella sede ho espresso il mio punto di vista che adesso ripeto in termini più chiari. Il nostro legislatore, oltre che metaforico, è umano e l’umano che è in lui sa bene che, vivendo una vita spericolata, può incorrere nei rigori della legge. E allora, in attesa di potere un bel giorno fare come Semiramide  “che libito fè licito in sua legge”, disattiva la legge, la ammorbidisce, e la edulcora e ne fa uno strumento pieno di comprensione e di compassione, di  modo che, quando e se (più quando che se) toccherà a lui, usufruirà graziosamente dei benefici che si è costruito addosso. In barba agli effetti collaterali  come quello che ha interessato Brusca.

Così è possibile che un condannato per reati infamanti possa andare ai servizi sociali come ha potuto fare Berlusconi, e un assassino possa festeggiare la nascita di Gesù bambino (bambino!) a casa con figli (a lui non li hanno ammazzati!), amici e parenti che l’avranno certamente accolto come un eroe vinto dall’ingiustizia  umana.

E allora? Costruiamo coi nostri voti consapevoli un Parlamento al disopra di ogni sospetto che non abbia paura di prevedere che il ladro di biciclette si faccia 10 anni di galera e un assassino non lasci mai il carcere, per nessun motivo.

 

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