L’emergenza di Palermo? Non è più il ‘traffico’, ma l’appaltismo ferroviario. Intanto l’AMAT penalizza le periferie

8 gennaio 2016

INCHIESTA/ Finora è volato via un miliardo e 200 milioni di Euro. Per avere soltanto tre linee di Tram economicamente insostenibili (costate, da sole, oltre 320 milioni di Euro). Per il passante ferroviario (costato fino ad ora 800 milioni di Euro) chissà quando se ne parlerà. Idem per il mezzo anello ferroviario (80 milioni di Euro spesi). Gli studenti lasciati a piedi dall’AMAT. Di Bellolampo e dei rifiuti, intanto, non si parla più. Si sa soltanto che i cittadini palermitani pagheranno tasse comunali più ‘salate’, sia perché bisognerà pagare le multe dell’Unione Europea per la mancata bonifica della discarica, sia perché i palermitani non hanno effettuato la raccolta differenziata (bloccata dalla stessa Amministrazione comunale). Così il centrosinistra tra Roma, Regione e Comune torna a mettere le mani nelle tasche dei cittadini

Quali sono le priorità di una città come Palermo? Dopo appalti & lavori pubblici che vanno avanti dagli anni ’90 del secolo passato sono state ‘partorite’ tre linee di Tram di circa 15 chilometri costate la bellezza oltre 320 milioni di Euro: in pratica oltre 20 milioni di Euro a chilometro!

Il Tram è stato inaugurato in pompa magna dal ministro Graziano Delrio, quello che circa un anno fa ha tagliato centinaia di milioni di Euro destinati alle ferrovie del Sud dicendo che le “rocce” impedivano la realizzazione dei lavori. Lo stesso personaggio che lo scorso anno ha tolto alla Sicilia 800 milioni di fondi PAC trasformandoli in sgravi fiscali per le imprese, che nel 90 per cento dei casi hanno sede nel Centro Nord Italia (la riduzione dell’occupazione – che non a caso riguarda il Centro Nord – peraltro di percentuali minime, è il frutto dei soldi rubati al Sud e, in particolare, alla Sicilia, e destinati al Centro Nord dal governo Renzi.

Il sindaco Orlando ha creduto bene di invitare questo personaggio all’inaugurazione del Tram più costoso del mondo, evidentemente perché la sua giunta comunale si rispecchia, in tutto e per tutto, nello ‘stile’ del governo Renzi.

Dopo di che il sindaco di Palermo è volato a Roma a caccia di fondi pubblici. Perché, ha spiegato, bisogna completare le opere ferroviarie. C’è da ‘chiudere’ il semicerchio detto impropriamente anello ferroviario, fino ad oggi costato circa 80 milioni di Euro, ma con i lavori bloccati tra problemi ingegneristici e inchieste della magistratura. E c’è da completare quello che, forse, è l’unica cosa seria di questo incredibile valzer di appalti: il passante ferroviario, che dovrebbe collegare Palermo con l’aeroporto ‘Falcone-Borselino’, già Punta Raisi (passando da fondo Orsa, Piraneto, Carini, Capaci, Isola delle Femine, Sferracavallo, Tommaso Natale, Cardillo, Zen, via La Malfa, San Lorenzo ai Colli, via Francia, via Belgio, via Lazio, stazione Notarbartolo, via Malaspina, via Imera-Palazzo di Giustizia, Palazzo Reale e Palazzo d’Orleans, i Vespri, Guadagna, Stazione Centrale, Brancaccio e via Roccella).

I 30 chilometri del passante ferroviario, fino ad oggi, sono costati circa 800 milioni di Euro. Una somma enorme. Il completamento era previsto per il 2012, poi spostato al 2015. Ma qualche settimana fa – a fine 2015 – dopo una spesa di un miliardo e 200 milioni di Euro, sono state inaugurate solo le tre linee di Tram. Il passante, a quanto pare, necessita di altri lavori (e di altro soldi).

L’Amministrazione comunale ci ha consegnato, come già ricordato, tre linee di Tram affidate all’AMAT, società del Comune che perde 7-8 milioni di Euro all’anno. La fretta con la quale la giunta comunale ha preteso e ottenuto l’affidamento del Tram all’AMAT dal Consiglio comunale (con il coinvolgimento di un privato che intascherà circa 18 milioni di Euro all’anno) è stata motivata con la paura di “perdere i fondi europei”.

(Quella dei fondi europei legati alle tre linee di Tram di Palermo è un’altra sceneggiata che potete leggere qui). 

In realtà, i fondi europei non c’entrano affatto. Il problema, è che l’affidamento all’AMAT, a quanto pare, andava fatto entro l’anno, altrimenti il Comune avrebbe dovuto fare ricorso a un bando europeo. Questo avrebbe reso problematico l’affidamento, perché le tre linee di Tram non sembrano economicamente sostenibili. Tanto che per farle funzionare il Comune vorrebbe istituire due bizzarre ZTL (Zone a Traffico Limitato) che non dovrebbero servire a scoraggiare gli automobilisti, ma anzi a incoraggiarli a percorrere le due citate ZTL per consentire al Comune di fare ‘cassa’ per foraggiare AMAT e Tram (e supponiamo anche il privato che, come già accennato, si dovrebbe ‘sciroppare’ 18 milioni di Euro all’anno).

Il risultato è un gran ‘casino’, perché, perché mezza città è in rivolta contro le ZTL ‘pirandelliane’ (sono già pronti i ricorsi presso presso la magistratura amministrativa, avverso due cervellotiche ZTL che, invece di scoraggiare l’inquinamento, lo monetizzano: follie panormite…). L’altra mezza città è in rivolta perché l’AMAT, per gestire le tre linee di Tram, ha sbaraccato il servizio autobus nelle periferie.

Ieri – così narrano le cronache – centinaia di studenti delle scuole superiori della città hanno ‘scoperto’ che l’autobus che prendevano per recarsi a scuola era stato soppresso. E hanno allungato le vacanze di Natale in attesa che il Comune trovi la soluzione (se ne dovrebbero occupare i 24 consiglieri comunali che hanno votato sì alla delibera ‘intelligente’ su AMAT e ZTL…).

La vicenda delle periferie abbandonate dall’AMAT, intanto, è finita sui tavoli dell’Assemblea regionale siciliana. Scrive in un comunicato stampa Pietro Alongi, parlamentare del Nuovo Centrodestra Democratico eletto nel collegio di Palermo:

“Ho chiesto l’audizione urgente in IV commissione legislativa dell’Ars del presidente e dei vertici dell’Amat, del sindaco di Palermo e dell’assessore comunale alla viabilità per affrontare il grave tema che riguarda la soppressione di oltre trenta linee di bus a Palermo”.
Insomma, Alongi chiede al sindaco della città, Orlando, e all’assessore comunale alla Mobilità, Giusto Catania, di andare a spiegare che cosa stanno combinando in città con l’AMAT.
Alongi, nel suo comunicato, spiega, punto per punto, i disagi che Amministrazione e Consiglio counale stanno recando ai cittadini:
“L’eliminazione degli autobus 364, 365 e 906, per esempio – scrive il deputato – taglia il servizio urbano al quartiere Aquino-Borgo Molara. Cassare la linea 440 e la 923 è un provvedimento che isola Boccadifalco. Tant’è che proprio questa mattina (ieri per chi legge ndr) 140 ragazzi di questo quartiere non hanno potuto partecipare alle attività scolastiche, impossibilitati a raggiungere le proprie scuole di frequenza, così come molti ragazzi abitanti a Pagliarelli, ad Aquino, ecc. Per non parlare, tra le altre, delle scomparse linee 961 e 662 che mettono in seria difficoltà i 40.000 abitanti dello Zen, ove hanno lasciato soltanto la 619 servendola con gli autobus piccoli e non più con i mezzi da 12 metri. Così come il grave taglio della 675 che serviva l’ospedale Cervello. Leso anche il quartiere di Vergine Maria ”.
“Riteniamo che l’attivazione del Tram – continua Alongi – sicuramente importante per questa nostra città, possa diventare un problema per i cittadini senza una adeguata programmazione delle linee urbane, degli snodi e dei servizi di coincidenza con il Tram stesso. In particolare, le periferie, fatte salve gli estremi serviti dal nuovo mezzo elettrico, sono fin da subito quelle maggiormente danneggiate. Ed è un problema composito che salta già agli occhi di tutti e, per questo, sono già decine le manifestazioni di protesta, le petizioni avviate e i ricorsi presentati dai privati e dai commercianti delle zone colpite”.
“Ritengo, quindi, improrogabile nella sua urgenza che i responsabili tecnici e politici del piano traffico pubblico della città di Palermo – conclude Alongi – si presentino a relazionare nella commissione regionale competente, che tranquillizzino la popolazione presentando e non soltanto annunciando un piano di riordino che sia realmente organico e non penalizzi alcun sito dell’area metropolitana palermitana, anche con i dovuti passi indietro nei tagli e con il reintegro logico di alcune fra le linee abolite”.
Intanto il sindaco Orlando è tornato da Roma con il ‘carniere’ degli appalti ‘pieno’. Dice che Roma darà al Comune di Palermo 300 milioni di Euro, 60 subito, gli altri a ‘rate’ (dopo che il governo Renzi ha depredato le finanze regionali – 10 miliardi di Euro solo lo scorso anno – ci sembra anche giusto che una parte della ‘refurtiva’ venga redistribuita alle amministrazioni ‘amiche’.
Che ne farà di ‘sti soldi la giunta Orlando? Si affronterà l’emergenza rifiuti? Non parliamo soltanto dell’immondizia che rimane per giorni e nelle strade – che è già un problema – ma del fatto che il governo Crocetta, che al pari del governo che l’ha preceduto – il governo Lombardo – dopo aver avallato la logica delle discariche, penalizzando la raccolta differenziata dei rifiuti, vuole adesso multare i Comuni che non hanno effettuato la raccolta differenziata dei rifiuti!
La cosa riguarda in pieno il Comune di Palermo che ha sbaraccato le isole ecologiche, impedendo, di fatto, a una parte dei cittadini di Palermo (la raccolta differenziata non ha mai coinvolto l’intera città) di effettuare la raccolta differenziata.
I palermitani e i siciliani ancora non lo sanno: non sanno che, nella manovra economica e finanziarie 2016 messa a punto dal governo regionale, assessore all’Economia Alessandro Baccei, si prevedono penalizzazioni per i Comuni che non hanno raggiunto il 50 per cento della raccolta differenziata dei rifiuti. Cioè per quasi tutti i Comuni siciliani.
Attenzione: le penalizzazioni non riguardano gli amministratori comunali che non hanno fatto nulla per la raccolta differenziata; e non riguardano nemmeno il governo regionale che ha favorito le discariche in buona parte gestite dai privati. Le penalizzazioni, su proposta dell’assessore regionale Vania Contraffatto, le pagheranno i cittadini siciliani con una maggiorazione delle bollette, cioè della TARI.
Insomma, per Palermo fanno tutto i politici di centrosinistra: il governo regionale che ha favorito le discariche (con l’eccezione dell’ex assessore Nicolò Marino che ha cercato di combattere i ‘Signori delle discariche’ e per questo è stato sbattuto fori dal governo; e con l’eccezione dell’attuale assessore Contraffatto che tutto sommato è arrivata da poco, ma che sta penalizzando gli ignari cittadini, che sono vittime delle discariche e degli assurdi inceneritori che lo stesso governo regionale vorrebbe realizzare). E lo stesso governo regionale che ora tassa i Comuni che si sono rivolti alle discariche per smaltire l’immondizia.
Regione e Comune di palermo, che sono responsabili della mancata raccolta differenziata dei rifiuti, fanno pagare il conto ai cittadini. 
Insomma, l’Amministrazione Orlando non ha alcuna intenzione di affrontare l’emergenza rifiuti. Tanto le multe dell’Unione Europea per la mancata bonifica della discarica di Bellolampo e la maggiorazione della TARI decisa dal governo regionale per la mancata raccolta differenziata frutto delle scelte dell’Amministrazione comunale le pagheranno gli ignari cittadini (quelli che dovrebbero pagare pure le ZTL).
Ragazzi, l’emergenza di Palermo non è rappresentata dai rifiuti per le strade, dalla raccolta differenziata sbaraccata, dai senza casa eccetera eccetera eccetera…
P.S.
Una domanda all’assessore Giusto Catania:
scusi, assessore, ma perché, quando avete deciso di sbacarrare alcune linee dell’AMAT avete penalizzato le periferie? Non sarebbe stato più ‘di sinistra’ sbaraccare le linee centrali? Non sarebbe stato più ‘di sinistra’ dire: “Per far partire le tre linee di Tram sbaracchiamo la linea 101 di via Libertà”. Invece ve la siete presi con lo Zen, con Borgo Molara e con i soliti quartieri popolari. Ah, questa sinistra da salotto…

 

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