La denuncia dell’UGL siciliana: ex Province nel caos con i mandati dei commissari scaduti

4 gennaio 2016

Ormai non c’è una sola cosa fatta dal governo regionale di Rosario Crocetta che funzioni. Dall’1 Gennaio di quest’anno i commissari delle Province – che non sono state abolite: sono solo commissariate in attesa del completamento della legge di riforma – sono con i mandati scaduti. Il caos è totale. Ci sono o no i soldi per proseguire con i commissariamenti?

Ma una cosa giusta il governo di Rosario Crocetta riesce a farla? A parte i soldi che si fa derubare da Roma, a parte le discariche fuori legge, a parte i Comuni lasciati senza soldi, a parte l’agricoltura allo sbando, eccetera, eccetera eccetera, c’è anche il problema delle ex Province siciliane, che non sono scomparse: sono solo commissariate in attesa di una riforma che non arriva. Province che, in questo inizio 2016, tanto per cambiare, sono nel caos, come denuncia l’UGL siciliana.   

“Chiediamo all’Esecutivo siciliano di provvedere, senza alcun indugio, alla nomina dei nuovi commissari ed all’apertura di un tavolo di trattativa per la tutela dei lavoratori visto che a partire da oggi  le nove ex Province siciliane sono senza vertice e per migliaia di dipendenti e precari, docenti dei licei provinciali e cittadini aumentano disagi e disservizi. E questo perché il governo regionale, che sulle Province ha fallito miseramente, entro la fine del 2015 non ha proceduto alla nomina di nuovi commissari, né alla proroga degli esistenti.  E così, da 4 giorni, le Province sono senza vertice ed a pagare saranno i siciliani”.

Così parla Giuseppe Messina, responsabile regionale dell’UGL Sicilia, che commenta i disservizi che si registrano da questa mattina in alcune parti dell’Isola a causa del mancato rinnovo dei vertici delle ex Province siciliane.

“In Sicilia il governo regionale e il Parlamento dell’Isola a trazione PD hanno abolito a metà le nove Province, ottenendo solamente la precarizzazione dei dipendenti – aggiunge Messina – senza dimenticare che non completando il processo di riforma, hanno dimostrato di non aver mai avuto le idee chiare sul da farsi”.

“Ed intanto – prosegue Messina – il governo centrale ha tagliato i fondi mettendo in ginocchio i servizi erogati dalle ex Province che toccano soprattutto le fasce più deboli della popolazione, ancora una volta colpite da un esecutivo siciliano fallimentare che soccombe sempre più alle decisioni romane”.

“La verità è che la legge istitutiva dei nuovi Liberi Consorzi Comunali e delle città metropolitane – sottolinea ancora il responsabile dell’UGL siciliana – prevedeva che il loro mandato non andasse oltre il 31 dicembre 2015 e che si procedesse all’elezione dei nuovi organi fissata per il 29 novembre”.

“Nulla di tutto ciò è stato posto in essere – rimarca Messina – e la rivoluzione annunciata dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, si è rivelata una maniera per sfornare incarichi a gò-gò. Una gestione fallimentare, come ha dimostrato la decisione del governo Renzi di sospendere le elezioni in Sicilia per effetto dello stop alla legge imposto dall’ARS a seguito dell’impugnativa”.

Impugnativa, aggiungiamo noi, decisa dal governo nazionale che, eliminato l’ufficio del Commissario dello Stato, impugna direttamente le leggi. Con una Regione – quella di Crocetta e PD – che non ha nemmeno la dignità politica e istituzionale per difendere le proprie leggi davanti la Corte Costituzionale. 

Il risultato è il caos. La legge regionale impugnata è bloccata. Si dovrebbero recepire le indicazioni del governo Renzi, umiliando il Parlamento siciliano che, a maggioranza di ‘ascari’, non si pone nemmeno il problema. Morale: si attendono altri sei mesi di commissariamenti che potrebbero essere illegittimi. Caos su caos.

Una domanda al governo Crocetta, o meglio, all’assessore all’Economia, Alessandro Baccei: ci sono i soldi per proseguire con i commissariamenti, o Roma si è presi anche questi?

 

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