Renzi e Crocetta per noi pari sono: la Regione siciliana fallirà, ma il PD e l’Italia non sono messi meglio…

27 novembre 2015

La proposta di Renzi di regalare 500 Euro ai diciottenni nel nome della cultura è, in realtà, una manifestazione di debolezza. Il capo del governo ha capito che i giovani hanno abbandonato il PD. Anche i continui scippi finanziari alla Regione siciliana sono altre manifestazioni di debolezza: anche il governo nazionale, al pari del governo Crocetta, è alla canna del gas

Due notizie, apparentemente lontane l’una dall’altra, sono, in realtà, intimamente legate. La prima riguarda il governo nazionale. La seconda riguarda la Sicilia. Nel primo caso è di scena il solito Matteo Renzi, che dopo aver erogato 80 Euro al mese ai lavoratori con reddito inferiore ai mille e 500 Euro mensili (facendo pagare il ‘suo regalo’ alle Regioni), annuncia una tessera di 500 Euro per i diciottenni in cambio del v…, pardon, per consentire ai giovani di acquistare libri e, in generale, per godersi le attività culturali (in questa fase il capo del governo del nostro Paese non ha spiegato chi dovrà pagare…). La notizia che riguarda la Sicilia è che la Regione è senza soldi.

In realtà, la seconda notizia non è una novità. Ma già il fatto che tanti giornali siciliani la scrivano diventa una notizia. In altri tempi i quotidiani nazionali avrebbero fatto titoloni dicendo che alla “Regione siciliana si sono mangiati tutto”. In realtà, una campagna di stampa quasi simile era iniziata, cercando di scaricare le colpe del fallimento della Regione siciliana sull’Autonomia. Ma la campagna è stata interrotta perché il gioco è stato ‘sgamato’: ormai, infatti, è di dominio pubblico che è stato il governo Renzi a derubare la Regione siciliana. Nemmeno i grandi ‘commentatori’ del Belpaese possono ignorare la realtà. Pazienza: ci siamo persi i titoli a effetto dei ‘grandi’ quotidiani cartacei nazionali contro la Sicilia. Facciamocene una ragione…

Detto questo, Renzi che vorrebbe regalare 500 Euro ad ogni diciottenne e la Regione siciliana fallita, come ora proveremo a illustrare, sono le due facce della stessa medaglia. Cominciamo con la mossa del Presidente del Consiglio: che, se ci ragioniamo, è la dimostrazione di un governo nazionale alla canna del gas. E’ evidente che Renzi ha capito che i giovani sono in larghissima parte lontani dal PD e vicini al Movimento 5 Stelle. Così Renzi cerca di recuperare nell’unico modo che un democristiano come lui conosce: con il clientelismo spicciolo. Gli è andata bene con la sceneggiata degli 80 Euro e pensa di ricavare qualcosa anche con la ‘mancia’ di 500 Euro. Una mossa, quella di Renzi, che se, da un lato, ci descrive la miseria politica in cui oggi è scivolato il PD, dall’altro lato offende milioni di giovani del nostro Paese, che non hanno certo bisogno della ‘mancia’ del governo per leggere libri e andare a Teatro.

Insomma, il governo Renzi, ormai, è alla frutta. Nel PD vivono con terrore l’attesa del giorno in cui gl’italiani si recheranno alle urne. Dicono che abbasseranno le tasse (cosa non vera), si dicono pronti a regalare 500 Euro cadauno ai diciottenni. Si dimenano come le mosche intrappolate in una bottiglia, ben sapendo che l’aria per respirare finirà…

La stessa cosa sta avvenendo negli uffici della Regione siciliana. Ribadiamo: negli uffici della Regione siciliana e non in Sicilia. E’ la Regione che sta fallendo, non la Sicilia. Perché, per fortuna, c’è una Sicilia al di fuori della Regione siciliana. E’ la Sicilia degli agricoltori e, in generale, degli imprenditori che non vivono a rimorchio della spesa pubblica siciliana; è la Sicilia dei professionisti che lavorano senza avere a che fare con la pubblica amministrazione; è la Sicilia dei GAL siciliani, che hanno dimostrato, con i fatti, di saper utilizzare i fondi europei meglio dei politici che oggi amministrano la Regione; è la Sicilia dei professori di Liceo e delle scuole superiori; è la Sicilia delle università che stanno imparando a limitare al minimo i rapporti con la Regione. Purtroppo non possiamo dire la stessa cosa dei Comuni e delle ex Province, rimasti intrappolati nei disastri politici e amministrativi del governo regionale di Rosario Crocetta.

Siamo arrivati al punto: la Regione siciliana sta fallendo, derubata dal governo nazionale di Matteo Renzi. Ma il fatto che il governo nazionale abbia sentito l’esigenza, prima di bloccare gli effetti di una sentenza della Corte Costituzionale in materia di territorializzazione delle imposte favorevole alla Sicilia (oltre 5 miliardi di Euro che lo Stato ha rubato alla Sicilia grazie al ‘Patto scellerato’ firmato da Crocetta nel giugno del 2014); e poi di derubare alla stessa Regione siciliana altri 9 miliardi di Euro circa, significa che anche lo Stato italiano non è messo bene. Anzi.

Renzi dice che abbasserà le tasse. Leggendo la ‘bozza’ del disegno di legge sulla stabilità i conti non tornano. Il capo del governo dice che eliminerà l’IMU agricola. Ma l’IMU agricola l’ha introdotta lui lo scorso anno (ai Comuni siciliani è costata 60 milioni di Euro che ancora gli agricoltori debbono pagare: intanto il governo Renzi si è fatto anticipare la somma dall’Agenzia delle Entrate scippandola ai Comuni dell’Isola). Su questo fronte si va all’elisione algebrica. Dice che toglierà l’IMU sulla prima casa. Ma ancora si deve capire chi restituirà ai Comuni le minori entrate causate dal taglio dell’IMU. Da manuale renziano, insomma: Renzi dà soldi che non sono suoi (i ‘famigerati’ 80 Euro al mese pagati, come già accennato, dalle Regioni) e riduce imposte togliendo introiti non allo Stato, ma ai Comuni.

Questi tagli del governo Renzi sono una presa in giro. Perché il capo del governo sta lasciando Comuni e Regioni senza soldi. In pratica, il taglio delle tasse millantato da Renzi in Tv e sui giornali lo pagheranno i cittadini italiani con minori servizi resi ai cittadini da Comuni e Regioni. Renzi non sta abbassando le tasse: sta soltanto rendendo più povero il nostro Paese. Il suo è solo un volgare imbroglio mediatico-politico. 

La verità è che il governo nazionale non sa più dove prendere i soldi per pagare la presenza del nostro Paese dentro un’Unione Europea dell’Euro sempre più costosa (si pensi agli interessi sul debito pubblico del nostro Paese, che dal 2011 ad oggi, nonostante gli enormi sacrifici chiesti agl’italiani è aumentato, passando da mille e 900 miliardi di Euro a 2 mila e 200 miliardi di Euro!). E, soprattutto, non sa più dove trovare i soldi per le ‘missioni di pace’, che non sono altro che misioni di guerra.

Che succederà? Scommettiamo che, nei primi mesi del prossimo anno, il governo Renzi lancerà le idee delle macro-Regioni e della riunificazione dei Comuni? Il governo del PD renziano prima ci ha tolto le Province; poi ci ha tolto la Camera dei deputati; ora proverà a ridurre il numero dei Comuni e delle Regioni. In una parola, Renzi sta eliminando la democrazia. Per conto di chi Renzi e il PD stanno riducendo gli spazi democratici del nostro Paese?

 

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