Prove tecniche di legalità (o quasi)

8 novembre 2015

Vi raccontiamo due storie. Nella prima storia ci troviamo in un Paese serio, dove la Giustizia è uguale per tutti. Nella seconda storia ci troviamo in Italia – e magari in Sicilia – dove la legge si applica per i comuni cittadini e si interpreta per gli amici e per gli amici degli amici. Forse, come dice Pino Caruso, “la legge è uguale per tutti e la Giustizia no?

In un’amena  località montana, immersa in una pineta folta e verdeggiante, sono insediate da lungo  tempo  alcune villette, distanziate  da frammenti  di  pineta e distanti decine di metri l’una dall’altra. Le villette, protette dal vincolo forestale, sono delle preziose  perle. Esse, dato  il rigore dell’inverno, vengono chiuse e sigillate e i proprietari vanno  a vivere in città, salvo a ritornarvi in una  bella giornata  o  per   dare  un’occhiata … Non si sa mai.

In una di queste  gite  invernali  il  signor  Rossi, proprietario della Villetta Giuditta, si accorge che il vicino signor Neri, proprietario  della  vicina  villetta  Rosetta, ha avviato lavori di sbancamento per  la costruzione di uno stradello, interno alla sua proprietà, che gli consenta  di  arrivare con l’automobile fino a casa. Per l’effetto, parecchi pini, alti  e  in  buona  salute  sono stati abbattuti e la macchia, ginestre, roverelle, timo, azalee, eriche e quant’altro  è  stata  estirpata.  Immediatamente il signor Rossi telefona alla polizia municipale  del Comune di riferimento, denunciando l’accaduto. Dopo meno di 15 minuti una squadra di vigili, composta da due agenti, si reca sul posto e constata i fatti. Si collega con la centrale e si informa sui lavori in corso alla villetta e sul proprietario della  stessa. Nessuna autorizzazione risulta essere stata concessa. Ricevuti  i dati, i  vigili rintracciano telefonicamente il signor Neri, che viene invitato a recarsi subito alla villetta, dove  giunto, si  vede  contestato il reato di costruzione abusiva e distruzione di parte di aerea soggetta a vincolo  idrogeologico e forestale, con  invito  a  recarsi  la  mattina dopo nella cancelleria della Pretura competente per il processo per direttissima.

Il giorno dopo il signor Neri si presenta davanti al Pretore che siede in permanenza esclusivamente per questo tipo di procedimenti. Il pretore  lo  condanna ad  una  forte ammenda, a un periodo di detenzione (pena sospesa) e al ripristino, a sua cura e spese, entro  tre  mesi dalla condanna, dello stato dei luoghi, significando  che, in difetto, il  signor Neri sarà di nuovo processato e condannato  al  massimo della pena prevista per quel tipo di reato.

Nella nostra simulazione tutto questo non è possibile, ovviamente, perché il signor Neri, sapendo bene come gli andrebbe  a  finire, non si  azzarderebbe mai  ad  intraprendere la sua iniziativa illegale. Svegliamoci e vediamo come vanno le cose nella realtà. Partiamo da quando il signor Rossi si accorge dei lavori. Egli sa bene che il suo vicino ha buone relazioni con i politici del Comune e che è una persona piuttosto influente. Però gli fa troppa rabbia. In più  lo stradello ha eliminato  i pini che facevano ombra  alla  sua  villetta  e  che erano un barriera contro i forti venti invernali. Si  fa coraggio e chiama il Comune.

Dopo  venti  minuti  di attesa qualcuno risponde. Il signor Rossi chiede del comando dei vigili. Altri venti minuti d’attesa. Finalmente arriva alla persona giusta. Gli spiega i fatti. Gli viene chiesto se le opere iniziate sono su terreno demaniale o su terreno privato. Obbietta  che  secondo  la  legge non fa differenza, essendo  tutta  la zona soggetta a vincolo. Viene subito messo in attesa. Dopo 15 minuti gli dicono che, avendo poco personale e dovendo  fare  parecchi  interventi, lo hanno messo in calendario e che per la metà del mese successivo faranno un sopralluogo. Il signor Rossi, esasperato, obbietta che in questo intervallo di tempo lo stradello sarà completato. Non cambia niente, è la risposta, se l’opera è abusiva, sarà eliminata qualunque sia  lo stato dei lavori.

Facciamo qualche cattivo pensiero. Molto furbamente, il signor Neri ha affidato i lavori ad una ditta del luogo, ben ammanigliata con  politici  e  impiegati  comunali e ricca di amici e di amici degli amici. Al Comune sanno che la legge non autorizza il signor Rossi a fare ricorso alla giustizia, avendone titolo solo lo stesso Comune. E’ dunque garantito  che  nessuno  interverrà  né  durante  i  lavori, né  dopo. E’  del  pari garantito che lo stradello, per una serie di cavilli, non sarà mai eliminato  e  che  nel  giro di qualche  anno  tutto sarà dimenticato. Il signor Neri, dopo  aver  rotto  i rapporti con il signor Rossi che accuserà di essere spione e confidente e di non farsi gli affari suoi,  potrà  portare la sua anziana suocera  con l’automobile  fin  sulla soglia di casa. Come è giusto che sia.

Fabula docet che i protocolli di legalità, le marce, gli impegni reboanti  non sono nulla. Suggerisco ai tromboni della legalità  di costruire nella vita reale, se ci riescono, un esperimento. L’effetto, credetemi, sarà molto, molto educativo.

 

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