Mirella Abela: “Il pensiero indipendentista ha bisogno di contenuti”

3 novembre 2015

Prosegue il nostro viaggio nel mondo dell’indipendentismo. Oggi è la volta di Siciliani in Movimento. Incontriamo la segretaria politica, Mirella Abela. Per la quale servono progetti precisi e strategie definite. E l’Autonomia? “La piena attuazione dello Statuto d’Autonomia della Regione Siciliana è l’unica fase intermedia”

Eccoci qua con un’altra tappa del nostro viaggio nel mondo indipendentista siciliano. Abbiamo cominciato con il Fronte nazionale siciliano (qui potete leggere l’intervista al suo leader storico, Pippo Scianò), quindi abbiamo fatto rotta verso Catania per incontrare tre esponenti di Terra e Liberazione (qui l’intervista) e, anche oggi, restiamo nella parte orientale dell’Isola. Precisamente a Siracusa per un incontro che ci fa particolarmente piacere. Si tratta, infatti, di una indipendentista donna e siamo felici di raccogliere la sua testimonianza.  Sia chiaro, ci sono altre donne nel mondo indipendentista siciliano, certo, ma lei ha un ruolo di primo piano nell’organizzazione in cui milita, cosa che non capita spesso.

Parliamo di Mirella Abela, segreteria politica di Siciliani in Movimento (S.I.M), nato da una costola del M.I.S e guidato dal catanese, Santo Trovato. A loro si deve la prima Marcia per l’Indipendenza Siciliana, andata in scena, a Palermo nel marzo del 2014, che ha registrato la partecipazione di indipendentisti catalani, sardi, campani oltre che veneti. Un evento che ha contribuito a diffondere la conoscenza della causa indipendentista e di cui, per la prima volta,  hanno parlato anche i media più tradizionali (c’era anche un inviato di Agorà, la trasmissione mattutina di Rai 3). Mirella ha 53 anni ed è da sempre impegnata nell’associazionismo, oltre che “nell’unica attività politica possibile, quella indipendentista. A questa conclusione sono arrivata dopo avere constato che non c’è alternativa”.

Abela

Mirella Abela

Mirella parlaci del vostro movimento.
Siciliani in Movimento prende forma da un gruppo di uomini e donne che avevano già condiviso un percorso all’interno di altro movimento. Nasce per affermare l’identità storica, culturale, linguistica e politica del Popolo Siciliano, si propone come associazione politico culturale impegnata per la difesa dei diritti della Sicilia e dei Siciliani ma soprattutto prende vita dalla maturata consapevolezza che il “Pensiero Indipendentista” debba essere riempito di contenuti, che il “il Pensiero Indipendentista” necessiti di essere arricchito di proposte e che i vari gruppi esplicitino quali itinerari ed obiettivi intendano perseguire. Noi il nostro. Attraverso lo statuto del S.I.M. abbiamo infatti voluto rendere chiara la nostra posizione politica anche sui grandi temi sociali, culturali, economici ed ambientali, e nell’intercettare le risorse capaci di sostenere la crescita e gli interessi della Sicilia abbiamo reso trasparente ed inequivocabile il pensiero che accompagna la nostra richiesta di rinnovamento della classe dirigente e politica.
Come vi siete organizzati?
Il nostro progetto socio-culturale-politico si è sviluppato non solo attraverso i canali internet ma, soprattutto, attraverso la partecipazione alle assemblee pubbliche e di partiti, il confronto diretto, a volte anche acceso, ci ha permesso di chiarire che siamo impegnati in un progetto multietnico, laico, aconfessionale, trasversale alle principali ideologie universali non violente e non razziste; che ci ispiriamo alle grandi scuole democratiche di pensiero dell’indipendentismo, e che rinneghiamo esplicitamente ogni forma di violenza nel dirimere divergenze politiche e sociali. Abbiamo espresso in maniera forte e chiara il nostro pensiero sui temi che hanno coinvolto partiti ed opinione pubblica, abbiamo sostenuto il No Muos e la battaglia contro il rigassificatore a Priolo, abbiamo preso posizione sui temi riguardanti le pari opportunità e l’integrazione sociale, ed in ordine di tempo il dibattito sul fenomeno della migrazione ed i diritti LGBT ci hanno visti fortemente presenti. Il S.I.M. ha favorito il dibattito anche sulla mafia ovvero sulla corruzione sistemica di buona parte della classe dirigente e imprenditoriale, dell’utilizzo del metodo mafioso come modello di gestione del potere e di organizzazione sociale che deve essere combattuto, i recenti accadimenti ci hanno dato ragione: le cricche, i comitati d’affari, le organizzazioni criminali non sono solo prerogativa della nostra terra si può avere solo paura di chi non è impegnato a combatterla.
Andiamo alle note dolenti, ovvero il rapporto Stato-Regione.
A mio giudizio un buon rapporto Stato-Regione si realizzerà quando si riuscirà a parlare di Sicilia e delle sue specifiche esigenze fuori dalla “questione meridionale” . Noi del S.I.M., senza tema di smentita, abbiamo dato un forte input a che in Sicilia si parli apertamente di Indipendenza ma rimaniamo fortemente convinti che la piena attuazione dello Statuto d’Autonomia della Regione Siciliana sia l’unica fase intermedia.
Il mondo indipendentista in Sicilia resta però frammentato. O no?logo-siciliani-in-movimento-50
Il web ha dato l’impressione di un mondo indipendentista frammentato, probabilmente a causa dei più facinorosi. Ai primi richiami dei movimenti indipendentisti hanno risposto anche gruppi di fanatici e scalmanati, persone che attraverso il web hanno subito palesato una visione della Sicilia di tipo condominiale, ignorando l’estrema complessità dell’impegno politico e le molteplici problematiche che investono i Siciliani. A volte nei forum sono esplose vere e proprie bagarre anche quando si è solo accennato, cito solo ad esempio, il grande tema della sanità ciciliana. Ma anche per colpa di chi non era ben informato sul concetto di “indipendenza” e sulla piena accezione del termine ed anche a causa di chi riteneva possibile dotarsi in quattro e quattro otto di un governo transitorio nelle more si arrivi all’Indipendenza. Risibile. Il mondo indipendentista per me non è frammentato i Siciliani che guardano con interesse ad una politica che anteponga la Sicilia sono tanti, ma solo in pochi conoscono lo Statuto ed il suo contenuto e la vera storia dell’unità d’Italia, questi uomini e queste donne devono essere raggiunti e con una buona comunicazione da persone capaci di trasmettere il forte legame alla propria terra, capacità propositiva, serietà e soprattutto legalità.

Tra i vostri successi cìè sicuramente la Marcia per l’Indipendenza.
Posso affermare che noi abbiamo sdoganato la bandiera della Sicilia. Dopo 70 anni l’abbiamo portata nelle piazza con le manifestazioni che abbiamo organizzato il 30 Ottobre del 2010 a Palermo, il 30 Aprile 2011 a Catania, il 13 Novembre 2011 ancora a Palermo (tutte rivendicando l’attuazione dell Statuto d’Autonomia), per finire alla Marcia dell’Indipendenza della Sicilia il 30 Marzo del 2014, dove sono intervenute delegazioni di indipendentisti provenienti dal Veneto, dalla Sardegna, dalla Campania e dalla Catalogna – In quest’ultima occasione siamo riusciti a dare alla manifestazione una rilevanza nazionale, avendo avuto un servizio su RAI3, nella trasmissione mattutina Agorà.

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