Sindaci e Forestali: i soldi ve li stanno levando Renzi, Crocetta, Baccei e PD

26 ottobre 2015

 Il ‘buco’ di 3 miliardi del Bilancio regionale 2016 è il frutto degli scippi operati da Roma. C’è il contributo di un miliardo e 300 milioni imposto dal governo Renzi. Ma c’è, soprattutto, lo scippo sulla sanità. Senza questi due ‘furti’ il Bilancio della Regione sarebbe in attivo

L’assessore regionale all’Economia, il toscano Alessandro Baicce, ‘regalo’ di Matteo Renzi e del PD alla Sicilia, dice – e non potrebbe fare altrimenti, visto che si tratta di dati ufficiali – che lo Stato, il prossimo anno, preleverà dal Bilancio regionale un miliardo e 300 milioni di Euro. Ed è sulla base di questo prelievo che il ‘buco’ del Bilancio della Regione 2016 si attesta, ancor prima di cominciare, intorno a 3 miliardi di Euro. Insomma, il ‘Bozzone’ (cioè lo schema della manovra economica e finanziaria che l’assessore Baccei avrebbe dovuto presentare lo scorso 1 Ottobre) non si è ancora materializzato, ma già sappiamo che la Regione partirà con un disavanzo di 3 miliardi di Euro.
Che significa questo? Semplice: che se lo Stato non scippasse alla Regione un miliardo e 300 milioni di Euro per il “risanamento” dei conti italiani, il disavanzo ammonterebbe a un miliardo e 700 milioni di Euro e non a 3 miliardi di Euro circa. Non solo. Lo stesso assessore Baccei, nella sua recente conferenza stampa, ha ammesso che lo Stato strappa alla Regione siciliana altri 600 milioni di Euro all’anno sulla sanità. Si tratta della maggiore quota di compartecipazione della Regione alle spese della sanità. Sono soldi che, già dal 2010, sarebbero dovuti rientrare consentendo alla nostra Regione di incassare una quota delle accise sui carburanti. Ma questa quota delle accise – prevista dalla legge Finanziaria nazionale del 2007 – non si è mai materializzata perché le burocrazia romane tergiversano in stile Azzeccagarbugli sul testo della già citata Finanziaria nazionale 2007. Dicono che il testo non sarebbe “chiaro”. Ma questi soldi – ribadiamo: l’ha ammesso anche l’assessore Baccei – lo Stato deve restituirli alla Sicilia (possibilmente con gli arretrati, che ammontano a circa 4 miliardi di Euro). A cui si dovrebbero aggiungere i 600 milioni di Euro del 2016. soldi
Cosa vogliamo dire? Che se il governo nazionale, oltre ad evitare di scippare alla nostra Regione il miliardo e 300 milioni di Euro per il proprio “risanamento”, iniziasse a restituire, a partire dal prossimo anno, i 600 milioni di Euro sulla sanità che si tiene, il disavanzo della Regione, nel 2016, sarebbe di un miliardo e 100 milioni di Euro.
Perché ragioniamo su questi numeri, alla fine? Semplice: per dimostrare, con la forza del numeri che, su 3 miliardi di ‘buco’ a valere sul Bilancio della Regione 2016, solo un miliardo e 100 milioni di Euro sono stati provocati dalla stessa Regione. Mentre un miliardo e 900 milioni di Euro li provocherà lo Stato. Di questi numeri, estremamente semplici, non sentirete mai parlare nei Tg del nostro Paese, né li leggerete nei ‘’grandi’ giornali italiani.
Anche il miliardo e 100 milioni di Euro che noi abbiamo descritto come diretta responsabilità della Regione andrebbe approfondito. Basta riepilogare – sempre con la forza oggettiva dei ‘numeri’ – il dare e avere tra Stato e Regione siciliana in materia di sanità per accorgersi che, in effetti, anche questo miliardo e 100 milioni di Euro di deficit da parte della Regione, applicando la legge Finanziaria nazionale del 2007, non dovrebbe esistere. Vediamo il perché.
Nel 2007 il governo Prodi decide che, in tre anni, la quota di compartecipazione della Regione siciliana alle spese sanitarie passerà dal 42% circa a quasi il 50% in tre anni. Detto e fatto: tre anni dopo, nel 2010, la Regione paga 600 milioni di Euro all’anno in più. Nella legge Finanziaria 2007 c’è scritto che la Regione, per pareggiare il maggiore esborso, avrebbe incassato una quota delle accise sui carburanti. Nel passaggio del testo della legge Finanziaria nazionale 2007 dalla Camera al Senato il testo si ‘inturciunia’ un po’. La relatrice del testo è la senatrice siciliana Anna Finocchiaro. Che forse doveva essere un po’ ‘distratta’. Fatto sta che, da allora, lo Stato ‘cavilla’. Le burocrazia romane, come già accennato, dicono che il passaggio non è chiaro. E non pagano. Ma adesso anche l’assessore Baccei dice che Roma deve dare questi soldi alla Sicilia.
Dobbiamo considerare anche gli arretrati? In uno Stato di diritto dovrebbe essere così. Se mettiamo 6 anni di arretrati – dal 2010 ad oggi – sei per sei dovrebbe fare ancora trentasei. Dunque 3 miliardi e 600 di Euro di arretrati. Vogliamo sommarci, tenendoci bassi, 400 milioni di Euro nei tre anni in cui (2007, 2008, 2009) si è passati da una quota di compartecipazione del 42% circa a quasi il 50%? Fanno circa 4 miliardi di Euro. Morale: il ‘buco’ di un miliardo e 100 milioni di Euro sparisce. E la Regione siciliana può iniziare a discutere il proprio Bilancio 2016 con un 2 miliardi e 900 milioni di avanzo. Altro che ‘buco’ di 3 miliardi di Euro!
Qualcuno dirà: ma lo Stato non può fare a meno di ‘risanare’ i propri conti. Bene: mettiamo che si ‘derubi’ il miliardo e 300 milioni di Euro previsti nel 2016. La Regione siciliana – ‘numeri’ alla mano sarebbe sempre in attivo applicando quanto previsto dalla legge Finanziaria 2007. Togliendo dai 2 miliardi e 900 milioni di Euro lo ‘scippo’ di un miliardo e 300 milioni di Euro previsto per il 2016, la Regione, sempre per il 2016, avrebbe un attivo di un miliardo e 600 milioni di Euro.
Signori: questi sono ‘numeri’ previsti da leggi dello Stato non applicate dallo stesso Stato. Invece cosa vogliono fare Renzi e il PD? Vogliono prendersi il miliardo e 300 milioni di Euro per ‘risanare’ i conti dello Stato. E non ne vogliono sapere di restituire i soldi che rubano alla sanità siciliana. E sono proprio questi due scippi che determinano il ‘buco’ di 3 miliardi di Euro nel Bilancio 2016 della nostra Regione.
A questo punto ci rivolgiamo ai 24 mila operai della Forestale e ai sindaci dei Comuni siciliani. I primi rischiano il licenziamento perché la Regione è senza soldi. I sindaci degli oltre 390 Comuni della Sicilia, a fine Ottobre, non hanno ancora approvato i Bilancio 2015. E rischiano, in buona parte, il fallimento (che oggi viene chiamato default).
Signori operai della Forestale: sappiate che i vostri soldi se li sta prendendo il governo Renzi con la connivenza del presidente della Regione, Rosario Crocetta, attraverso l’assessore Baccei. Il tutto con la ‘benedizione’ del PD siciliano e degli altri partiti di centrosinistra che non si oppongono a questo furto.
Lo stesso discorso vale per i sindaci siciliani: sindaci di Comuni senza Bilanci 2015 approvati a fine Ottobre. Signori sindaci, il governo Renzi vi ha tagliato i trasferimenti nazionali; il governo Renzi non vi riconosce la perequazione fiscale e infrastrutturale prevista dalla legge nazionale sul federalismo (altri soldi che lo Stato vi toglie); e sempre il governo Renzi, tagliando i fondi alla Regione, impedisce alla stessa Regione di erogarvi il Fondo per le Autonomie locali, se è vero che, a fine Ottobre, i Comuni dell’Isola non hanno ancora ricevuto un Euro a valere sul Fondo per le Autonomia locali 2015.

Rosario Crocetta e Alessandro Baccei

Rosario Crocetta e Alessandro Baccei

Signori sindaci siciliani: la maggior parte di voi è stata eletta con i voti del centrosinistra: quel centrosinistra che oggi governa l’Italia e la Regione siciliana e che vi sta tagliando i fondi per fornire i servizi ai cittadini. Signori sindaci siciliani: voi, oggi, con chi state? Difendete i cittadini che vi hanno eletto e che amministrate, o difendete – sulla pelle dei cittadini siciliani – il governo nazionale di Renzi, il governo regionale di Crocetta e il PD che, insieme, stanno massacrando i Comuni della nostra Isola?

Egregi operari della Forestale, egregi sindaci siciliani, egregi lettori ed egregi cittadini siciliani (noi ci auguriamo che questo articolo venga letto da tanti cittadini, affinché questi ultimi chiedano conto e ragione ai loro rispettivi sindaci di tutto quelle che sta succedendo e che succederà in Sicilia nelle prossime settimane): sappiate che queste cose i parlamentari del PD (i vari Cracolici, Lupo, Picciolo, Panepinto, Raia e via continuando) le conoscono benissimo. Ma non vi dicono nulla. Così come, fino ad oggi, non hanno detto nulla, di questi scippi, nemmeno i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Ci riferiamo ai deputati grillini dell’Assemblea regionale siciliana (solo il deputato regionale grillino Sergio Tancredi aveva iniziato una battaglia politica sugli scippi dello Stato alla sanità siciliana: ma poi anche lui ha optato per il silenzio). E ci riferiamo anche ai deputati nazionali e ai senatori grillini eletti in Sicilia. Silenzio dalla maggioranza e silenzio dall’opposizione. Tutti zitti per fregare 5 milioni di siciliani.
Ebbene, egregi sindaci ed egregi operai della Forestale, iniziate a chiedere conto e regione di questi fatti. Perché è grazie agli scippi romani che voi operai della Forestale verrete licenziati. Ed è sempre grazie agli scippi romani che i sindaci aumentano le tasse comunali, forniscono servizi sempre più scadenti ai cittadini rischiando comunque il default.
p.s.
Abbiamo detto che lo Stato contribuisce per quasi il 50% alle spese della sanità siciliana. Sulla carta è così, ma in pratica non è così. Su 9 miliardi e mezzo di spesa sanitaria annua della Sicilia, lo Stato dovrebbe versare più 4 miliardi e mezzo di Euro all’anno. Invece versa solo 2,2 miliardi di Euro. Perché? Semplice: perché il resto dei soldi per arrivare a circa 4 miliardi e mezzo di Euro arrivano dall’IRAP. L’IRAP è un’imposta statale. Ma a pagarla sono gli imprenditori siciliani. Morale: su circa 9 miliardi e mezzo di Euro di spese sanitarie annue della Sicilia, lo Stato paga solo 2,2 miliardi di Euro.
Altro tema: il ‘risanamento’ dei conti dell’Italia. L’assessore Baccei dice che la Sicilia, con un miliardo e 300 milioni di Euro che gli vengono scippati dallo Stato, è seconda solo alla Lombardia in questa gara a risanare i conti dello Stato. Errore, egregio assessore Baccei: la Sicilia contribuisce in ragione maggiore rispetto alla Lombardia. Il raffronto non è semplice, perché la Sicilia è una Regione Statuto speciale, mentre la Lombardia è a statuto ordinario. Ma il conto l’ha fatto il professore Massimo Costa, come i nostri lettori possono legge qui.
Chissà se Pietrangelo Buttafuoco, Fabrizio Ferrandelli, Claudio Fava e Giuseppe Sottile avranno la pazienza di leggere questo articolo. Scoprirebbero che con i ‘buchi’ finanziari della Regione 2016 l’Autonomia siciliana non c’entra proprio nulla. Ammetteranno di ragionare sui numeri, o fuggiranno come fa l’assessore Baccei?

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